Vasarelli F., “Il Trammino. Passato, presente e futuro della ferrovia del litorale pisano”, ETS, Pisa, 2012.



Da meno di un anno è in libreria, per le Edizioni ETS, la monografia completa sulla storia della ferrovia Pisa-Tirrenia-Livorno, dal titolo: “Il Trammino. Passato presente e futuro della ferrovia del litorale pisano”. L’autore, Fabio Vasarelli, fondendo la passione per le cose pisane, le tradizioni locali e l’ingegneria ferroviaria, ha ripercorso tutta la storia della linea, attraverso immagini, documenti e testimonianze dirette dei protagonisti.

La storia del trammino è intimamente legata alla nascita e allo sviluppo urbanistico ed economico del litorale pisano, che ha avuto inizio alla fine dell’Ottocento; non essendo ancora sviluppata la mobilità su gomma, il treno era l’unico mezzo di massa che permetteva ai marinesi di essere collegati con la città, agli operai di recarsi alla fabbrica di Boccadarno, ai bagnanti di recarsi al mare, ai bambini di villeggiare in colonia estiva al Calambrone o alle comparse di lavorare presso gli studio cinematografici di Tirrenia.

In principio esisteva una tranvia a vapore, che collegava Pisa con Boccadarno (e anche con l’entroterra). Il tram era molto rude, in confronto ai mezzi moderni, ma a quell’epoca non c’erano molte alternative. Esistono ancora oggi cartoline storiche che rendono omaggio a quella Marina di Pisa, che proprio con il trammino a vapore raggiunse il suo massimo splendore urbanistico e balneare.

È intorno alla metà degli anni Venti, sotto la spinta data dal regime fascista per un definitivo sviluppo del litorale pisano, che si iniziò a discutere di smantellare la linea tramviaria esistente e sostituirla con una moderna linea elettrificata. Il 21 settembre del 1932 venne inaugurato il primo tratto della nuova linea che andava da Pisa a Marina di Pisa. La linea fu completata nel 1935 con l’arrivo al capolinea di Livorno Barriera Margherita, di fronte all’Accademia Navale.

L’importanza della ferrovia divenne subito evidente; costruita con criteri d’avanguardia, essa faceva fronte alla crescente domanda di trasporto passeggeri, senza contare il trasporto merci per la nuova edilizia di Tirrenia e Calambrone. L’esercizio della linea continuò senza particolari problemi fino al 1942, quando i danneggiamenti derivanti dai bombardamenti alleati iniziarono a comprometterne il funzionamento fino a farlo cessare il 31 agosto del 1943.

Al termine della guerra, la linea risultava estremamente danneggiata; inoltre, i militari alleati si appropriarono del tratto di ferrovia tra Marina e Calambrone per utilizzarlo durante l’allestimento di quella che diverrà in seguito a Tombolo la base NATO di Camp Darby. Superato il periodo bellico, il traffico sulla ferrovia tornò ad essere alto, con forti punte naturalmente nel periodo estivo. Gli anni Cinquanta furono infatti l’epoca della rinascita sociale dopo gli orrori della guerra e il trammino veicolò questa ripresa trascinando centinaia di famiglie pisane al mare.

Purtroppo, l’inadeguatezza del materiale rotabile e delle infrastrutture della linea, unita alla gestione non ottimale degli orari di servizio, iniziarono ben presto a compromettere il buon funzionamento della ferrovia e questo provocò un notevole proliferare di proposte di soppressione del servizio su rotaia, in favore di quello su gomma. Dopo alterne vicende burocratiche e politiche, il Ministero dei Trasporti revocò l’autorizzazione all’esercizio della ferrovia e impose la sostituzione con un servizio su gomma. Il 15 settembre 1960, il treno percorse per l’ultima volta la ferrovia.

Tutte queste vicende storiche sono ben approfondite nel libro di Vasarelli e corredate anche da un archivio iconografico e documentaristico frutto di oltre dieci anni di ricerche. Inoltre, c’è spazio per gli appassionati di ferrovia e architettura, con capitoli specifici dedicati al materiale rotabile e ai fabbricati della linea. Non manca, infine, un richiamo allo stato attuale della linea e alle proposte riguardo una possibile riattivazione in chiave moderna. Il tema del trammino è ancora di attualità, nonostante gli 80 anni passati dalla prima corsa del treno.

 

 

 

Categoria: Rivista n° 1 01/2014 | RSS 2.0

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