Giovanni Ranieri Fascetti – Scienza, Morale e Progresso I Vaccà Berlinghieri, una famiglia pisana e i suoi Misteri


Giovanni Ranieri Fascetti

Scienza, Morale e Progresso – I Vaccà Berlinghieri, una famiglia pisana e i suoi Misteri

La famiglia pisana dei Vaccà Berlinghieri, illustre progenie di medici, ha dato un contributo straordinario alla Scienza medica eal progresso sociale e politico dell’Italia e non solo. Le vicende di Francesco, dei suoi figli Leopoldo e Andrea e della cerchia dei loro amici, vanno collocate, per poterne percepire la straordinaria dimensione, nello scenario della Toscana tra Settecento e Ottocento.
Per la verità non si tratta dello scenario usualmente descritto nei saggi storici più noti, bensì quello della trama sottesa alle vicende che la storia e gli uomini hanno poi tessuto. La trama è quella delle vicende della Massoneria speculativa a partire dalla sua nascita; la data ufficiale di questa nascita viene indicata nel giorno di san Giovanni Battista, il 24 giugno dell’anno 1717.
Questo nuovo modello di Massoneria filosofica e non più soltanto operativa nel campo delle costruzioni, accettava fratelli Liberi Muratori persone che svolgevano mestieri diversi, venendo così ad abbattere le barriere professionali, persone di ceti diversi, abbattendo così le barriere sociali, persone di religioni diverse, abbattendo così le barriere confessionali, persone di provenienze geografiche diverse, abolendo così le barriere geopolitiche: Per la prima volta Italia la Massoneria si palesò nella Toscana governata da Gian Gastone dei Medici.
Così come ogni altra Loggia massonica, anche la Loggia inglese di Firenze, la prima fondata in Italia, fu una repubblica democratica fondata sul lavoro che si aprì al contributo dell’umanità e della cultura della Toscana. L’ideale della dignità dell’essere umano , conseguenza dell’affermazione che tutti gli uomini nascono liberi e uguali, aveva portato a concedere l’iniziazione a persone le più diverse, fino a concedere la vera luce dell’iniziazione al favorito del Granduca. Ciò produsse una ramificazione intensa nel tessuto sociale e culturale toscano dando linfa vitale alle istituzioni culturali e scientifiche: dalle accademie, agli ospedali alle università. Per questo, tra gli aneddoti relativi a Francesco Vaccà Berlinghieri medico di tale levatura da essere definito al suo tempo “l’Ippocrate toscano”, si racconta del suo incitamento agli studenti dello Studio di Pisa che seguivano le sue lezioni, a riflettere sugli ideali di Libertà e Uguaglianza, appelli ai quali gli studenti sembra che rispondessero con grande entusiasmo, acclamazioni e applausi.
Affermando il principio che tutti gli uomini nascono uguali e hanno pari dignità si spingeva l’individuo a scoprire, nella prassi massonica, regolata dalla Costituzione della Massoneria, il principio dell’autodeterminazione dell’individuo. Da questo principio veniva, per logica conseguenza a maturare anche il concetto dell’autodeterminazione dei popoli. Fu così che l’ambiente massonico toscano e le istituzioni da esso collegate vennero ad occuparsi del problema del destino della Toscana dopo la morte di Gian Gastone.
Occorre qui ricordare che il granduca, omosessuale come una parte dei suoi antenati, non aveva però provveduto a dare unerede al trono. Si sarebbe corso il rischio di vedere la Toscana annessa ad un altro stato? Con la riscoperta del manoscritto del “De Etruria Regali” la storia del popolo etrusco scritta nel Seicento da Thomas Dempster e la sua prima elegante edizione si volle, a livello internazionale, dare il messaggio che il popolo toscano aveva una sua plurisecolare identità e meritava di avere una dinastia propria una sua certa “indipendenza” pur nell’ambito della costruzione imperiale.
Quell’istanza diventò realtà: si decise di affidare il governo del popolo toscano a Francesco Stefano principe di Lorena che permutò il trono del suo principato con il trono granducale.
Questa decisione ebbe conseguenze di portata storica. All’epoca era diventata un gioco alla moda per i membri dell’alta società e nessuno avrebbe immaginato che la Massoneria potesse generare delle rivoluzioni. Per la verità i più consapevoli del valore della riflessione filosofica massonica come il nostro Francesco Stefano avevano compreso che quanto maturava all’interno delle Logge, quella fermento di idee filosofiche che faceva scoprire gli uomini più diversi come fratelli, concepivano l’idea di realizzare lo spirito degli ideali massonici anche al di fuori delle Logge attraverso provvedimenti di governo volti a creare il rinnovamento delle strutture sociali politiche e culturali della società occidentale. Un primo progresso sarebbe stato quello di sviluppare l’economia, le scienze, diffondere il sapere, elevare la cultura dei sudditi, preoccuparsi delle tristi condizioni di tanta parte dei miserabili che popolavano le campagne e le città dell’Europa. Ridurre i privilegi dei Signori laici e soprattutto dei signori ecclesiastici dal momento che l’ingiustizia, il sopruso e l’immunità danneggiavano lo sviluppo sociale economica e politico degli stati, aumentano le sofferenze del popolo.
Fu così che si inaugurò la stagione delle Riforme: Francesco Stefano costituì in Toscana un governo di ministri massoni concependo l’idea di fare del Granducato, ricchissimo di risorse intellettuali e di suggestioni culturali, un grande laboratorio per sperimentare le riforme con le quali si sarebbe potuta un giorno rinnovare l’Europa tutta.
L’unico che si accorse in quel momento di ciò che di terribile stava per avvenire fu il vicino di casa dei toscani: il pontefice Clemente XII il quale lanciò la prima scomunica contro la setta dei Liberi Muratori: la bolla “In eminenti apostalatus specola” del 28 aprile 1738).
Nell’ambiente toscano maturavano personaggi di grande spessore intellettuale e di grande concretezza come il medico, politologo, agronomo, botanico e imprenditore commerciale Filippo Mazzei che dei Vaccà fu Fratello e intimo amico. Al suo consiglio si deve il primo se non addirittura anche il secondo e terzo dei grandi provvedimenti di Pietro Leopoldo di Lorenza, succeduto al padre Francesco nel governo della Toscana: la distruzione del Tribunale dell’Inquisizione in Firenze. Mazzei non si vanta degli altri due provvedimenti: l’abolizione della pena di morte e la distruzione degli strumenti di tortura nei tribunali ma il fatto che fosse un grande divulgatore delle idea di Cesare Beccaria e un consigliere occulto del Granduca su questi tempi fa sospettare il suo contributo in tale direzione.
Se per i nobili l’utopia di un mondo migliore passava attraverso il filtro dei provvedimenti di governo, l’autonomia di pensiero nella quale crescevano i borghesi e la piccola nobiltà all’interno delle Logge, spingeva questa componente a pensare, con sempre più determinazione, che sarebbe stato utile al progresso dell’umanità poter esportare al di fuori delle mura dei templi il modello della democrazia repubblicana che costituiva l’essenza dell’istituto massonico. Si inaugurava così la stagione delle rivoluzioni che avrebbero minato la gerarchia feudale, una gerarchia che veniva sostenuta e giustificata dalla Religione, come un qualcosa voluto da Dio e, di conseguenza, bollava come “amico del diavolo” chiunque avesse messo in discussione l’ordine sociale. Accadde ciò che probabilmente papa Clemente aveva presentito: la prima rivoluzione ebbe luogo in Corsica, che non era prossima alla Toscana solo per posizione geografica ma anche per una grande osmosi tra il popolo corso e quello toscano.
Pasquale Paoli, che dopo l’esperienza rivoluzionaria sarà accolto e onorato da tutti i fratelli massoni del Vecchio e Nuovo Mondo, messosi a capo dell’endemica rivolta dei corsi li rese indipendenti dal dominio dell’aristocrazia genovese, fondò la Repubblica Corsa, le dette una bellissima Costituzione, la bandiera con la testa dello schiavo moro che ha alzato la benda, cioè si è ribellato e si è liberato e la moneta nazionale; sviluppò l’istruzione pubblica, i commerci e, per quanto possibile, anche l’agricoltura. Nel 1755 le armi del re di Francia distrussero la Repubblica. Si dimostrava, in quel momento, che l’idea repubblicana era una pura utopia in Europa, soprattutto in paesi nei quali masse popolari totalmente ignoranti facevano venire meno quell’elemento essenziale sul quale fondare una repubblica: il demos.
C’era però un luogo nel quale ciò che in Europa era pura utopia sembrava che potesse diventare realtà: l’America. Quella parte dell’America che aveva accolto i Padri pellegrini cacciati dall’Inghilterra, che per la presenza di tante famiglie protestanti vedeva un discreto livello di alfabetizzazione della popolazione. Un’America che, improntata alla cultura inglese che aveva già da tempi remoti limitato il potere della monarchia e addirittura tagliato la testa al re con una rivoluzione popolare. Per l’America partì il toscano Filippo Mazzei per dare un contributo importantissimo alla fondazione della prima grane e duratura repubblica massonica della storia: gli Stati Uniti d’America. Le idee del Mazzei si riflettono non solo nell’azione politica e diplomatica ma anche nella formule della Dichiarazione d’Indipendenza. Compiuta l’opera si trasferì a Parigi e fu qui che trovò i due giovani pisani Andrea e Leopoldo, mandati dal padre Francesco a studiare nelle migliori scuole di medicina e di chirurgia e a respirare quell’atmosfera effervescente illuminista, illuminata, massonica che animava il dibattito culturale e politico della Francia.
Il 14 luglio 1789, insieme alla folla di parigini che assaltava la Bastiglia, il carcere simbolo del potere oppressivo della monarchia c’erano anche loro, Leopoldo ed Andrea. Evidentemente il Mazzei li aveva coinvolti ad alto livello in un progetto politico che era rivolto ad indurre il re, che era un fratello, a concedere la Costituzione creando così un’esperienza politica che avrebbe assicurato il perdurare dell’autorità monarchica pur limitandone l’influenza sulla società e permettendo l’ascesa della borghesia. Sarà anche a causa della feroce opposizione della regina Maria Antonietta che la rivoluzione di velluto si trasformerà in un evento cruento. È questo il momento nel quale la nobiltà che aveva giocato all’affascinante gioco di ruolo della Massoneria si accorse del pericolo che le idee massoniche avevano generato: stava nascendo nel cuore dell’Europa un pericoloso tumore repubblicani e democratico. Bisognava procedere chirurgicamente: le armi delle potenze monarchiche dell’Europa si rivolsero contro la rivoluzione e quando una rivoluzione è piccola e assediata i metodi di governo dei rivoluzionari si radicalizzano e si esacerbano; da questa situazione contingente discese quel bagno inaudito di sangue che tutti conoscono come “il Terrore”.
Come gli elementi della natura dopo una tempesta si riequilibrano, così nella avviene nella Storia ed ecco sorgere dalla tempesta della Rivoluzione un astro, Napoleone Bonaparte, che fece del metodo massonico il proprio merito di governo, abolì la nobiltà di sangue, istituì la nobiltà di merito, limitò al massimo il potere della Chiesa, riformò il Diritto, sviluppò l’istruzione pubblica.
Non è un caso che le due Scuole destinate a formare un esercito di insegnanti da inviare a combattere l’ignoranza del popolo siano state fondate in Francia a Parigi e in Italia a Pisa. E proprio a Pisa, nel periodo dell’arrivo della rivoluzione in Italia incontriamo i due giovani Vaccà ferventi giacobini e teste di ponte per la presa del potere da parte dell’esercito rivoluzionario. Dopo la svolta monarchica di Napoleone e la fondazione dell’impero le vie dei due fratelli si separarono. Leopoldo militò, come ufficiale napoleonico nelle campagne che portarono le armi francesi fino al Portogallo.
Lui che era fervente giacobino nelle sue lettere ai familiari spiegava che solo combattendo in quel momento storico per Napoleone si sarebbero visti un giorno trionfare gli ideali di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza nei quali lui e il fratello Andrea e il vecchio padre Francesco credevano.
Andrea intraprese la carriera medico – chirurgica e proseguì l’insegnamento del padre presso lo studio pisano. Il suo contributo di sperimentatore divulgatore delle scoperte mediche fu straordinario e la sua fama crebbe a livello internazionale. La sua azione lo portò anche a progettare la strumentaria chirurgica che una scuola di maestri artigiani pisani provvedeva a realizzare. Né trascurò l’impegno culturale dando un contributo importante alla crescita delle capacità artistiche dei giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara dove operava nel teatro anatomico dell’Istituzione e dove incontrava tanti artisti – fratelli. Era quella l’epoca nella quale le logge massoniche in Italia e in tutta quella parte dell’Europa soggetta al controllo di Napoleone crebbero e si ingrandirono.
Pisa non era come oggi un luogo asfittico e degradato, ma un centro culturale di prim’ordine nel quale Filippo Mazzei, al tempo consulente dei Presidenti degli Statuti Uniti, si era stabilito. Qui, a Pisa, si stavano già diffondendo le idee radicali di un grande rivoluzionario e massone, Filippo Buonarroti. Tramava il Buonarroti perché la Rivoluzione divampasse di nuovo e questa volta in tutta l’Europa e si restaurassero gli ideali di Libertà Uguaglianza e Libertà fondando uno stato comunista, nel quale il popolo fosse guidato da illuminati sacerdoti degli ideali repubblicani ed educato progressivamente fino a raggiungere la piena coscienza della sua dignità e il totale rispetto degli ideali della rivoluzione.
È in questo momento storico prossimo alla caduta di Napoleone e all’avvento della Restaurazione che Andrea Vaccà Berlinghieri comincerà ad assumere un ruolo politico di straordinaria importanza.
Il crollo dell’impero fece si che in Toscana tornasse il Granduca e che a questo ritorno si accompagnasse il ritorno dell’Inquisizione e lo scioglimento di tutte le Logge massoniche che aveva assolto al compito di fondere insieme la classe dirigente con i cittadini. Il termine cittadino tramontava e tornava in auge la dimensione del suddito. Andrea Vaccà Berlinghieri doveva affrettarsi a sposare la sua compagna, Sophie, per evitare la denuncia al Tribunale dell’Inquisizione, la perdita dell’insegnamento e del ruolo professionale e il confino il luoghi, al tempo disgraziati, come il convento di San Vivaldo. Sembrava che le lancette dell’orologio della storia fossero improvvisamente tornate indietro di almeno trenta anni. Coloro che avevano però sognato il progresso dell’Umanità non erano certo disponibili a rinunciare alla loro utopia. Così dalle ceneri della Massoneria sorse una società nuova, la Carboneria e Pisa fu uno dei centri dell’elaborazione della Rivoluzione Nazionale che nei libri di storia viene indicata con il termine di Risorgimento dell’Italia.
Il nostro Andrea Vaccà Berlinghieri assunse il suo ruolo di capo della Carboneria in Toscana certificato dai rapporti delle spie della polizia granducale. Nel suo palazzo, a specchio dell’Arno, negli anni Venti dell’Ottocento si incontravano personaggi straordinari come il carbonaro poeta Lord George Gordon Byron, Percy e Mary Shelley. Nelle sale del palazzo dei Vaccà Lord George Gordon Byron incontrò il giovane principe livornese di origine greca Alessandro Maurocordato che lo fece innamorare dell’idea della rivoluzione del popolo greco contro l’oppressore ottomano. Ma
in quelle sale era impossibile lavorare al progetto della rivoluzione nazionale volto a creare un’Italia libera dallo straniero, repubblicana e democratica per il rischio di improvvise perquisizioni da parte della polizia. Così Andrea Vaccà concepì l’idea della costruzione del Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli, in un luogo isolato, in mezzo ad un bosco di Lecci; luogo abbastanza protetto e difficilmente raggiungibile da spie delle polizia, “foresti” il cui passaggio dalle campagne e dai paesi sarebbe stato notato da tutti.
Una costruzione iniziatica, una architettura simbolica che parla, secondo il metodo massonico, attraverso figure geometriche, numeri, simboli e riferimenti alla mitologia, all’ebraismo, al cristianesimo, un tempo del re Salomone che si presentava all’epoca corredato dal suo palazzo reale (danneggiato dal terremoto delle colline pisane del 14 agosto del 1846 e in seguito smontato per venderne i materiali) opera di straordinaria complessità e di grande bellezza realizzata dall’architetto Ridolfo Castinelli. La costruzione ebbe inizio nel 1821 e terminò nel 1823. Siamo negli anni delle prime manifestazioni della Rivoluzione Nazionale: i moti carbonari degli anni ’20 e ’21.
La costruzione è per la verità solo in parte Tempio di Minerva, dea della Sapienza, della Scienza, della Cultura, della Tecnologia e della Medicina, divinità apportatrice di una luce riflessa, che nel tempo ha illuminato, anche se fievolmente, il cammino dell’uomo verso il progresso della civiltà. La parte più importante del tempio è un Mitreo un Tempio del dio unico e solo, il dio Sole portatore della vera e potente Luce, fonte di quella energia infinita e inesauribile che tutto anima e trasforma il Creato e mai può venire meno.
In questo edificio si rispecchiano due monumenti importanti dell’Umanità: il tempio fatto erigere dal re Salomone a Gerusalemme e l’Osservatorio Astronomico di Greenwich che fa parte della tradizione di edifici dalle cattedrali ai templi massonici che hanno fatto risorgere questo tempio, ed è anche un tempio del Sole.
Nella sua struttura si riassume la dimensione del cammino iniziatico, che permette al massone di innalzarsi spiritualmente purificandosi dai metalli della vita profana e trasformandosi in vero essere umano dotato di bellezza forza e saggezza.
Si pone naturalmente, in chi si trovi a considerare questi elementi, il quesito del rapporto tra iniziazione e rivoluzione, tra spiritualità e prassi politica.
Per chi avesse letto “La Congiura degli Eguali, detta di Babeuf” scritta da Filippo Buonarroti, sarebbe facile ricollegare le due dimensioni, quella spirituale e quella politica. Per chi è influenzato dal modo contemporaneo di intendere e di realizzare l’azione politica stabilire un nesso tra le due dimensioni risulta veramente difficile.
Partiamo da una richiesta rivolta da Salomone a Dio dopo che ebbe rifiutata l’offerta del potere e l’offerta della ricchezza: Salomone chiese di poter governare il suo popolo con saggezza e fu così che ricevette la Sapienza.
Coloro che si apprestano a ribellarsi ad un sistema iniquo, che conculca i diritti dell’Uomo, la Libertà di pensiero, gli alti valori della bellezza e della bontà, per affermare con la violenza l’oppressione, la persecuzione, il predominio di pochi su molti, sa benissimo che rischia di essere tradito, arrestato, ucciso. Il rivoluzionario deve temprarsi spiritualmente come l’acciaio al fine di rendersi resistente alla paura e alla tortura, per non tradire gli Ideali e non tradire i compagni. Quel “silenzio dei torturati più duro di ogni macigno” che ci ricorda Calamandrei è sempre stato una realtà stupefacente e un mistero, anche per i più feroci torturatori. Se mai fossero riusciti a realizzare la loro utopia rivoluzionaria: costruire cioè una nazione, un’Italia unita, libera dallo straniero, repubblicana e democratica, il Vaccà e i suoi fratelli sarebbero essere invulnerabili anche agli attacchi di un altro nemico, assai insidioso che alberga nell’essere umano: il desiderio delle ricchezze e del potere.
Chiudendo il cerchio di questa riflessione su uno dei monumenti più straordinari dell’800 ecco la proposta, da noi sempre avanzata, di identificare il Tempio di Minerva a Montefoscoli come una
sede dei Sublimi Maestri Perfetti, quella cellula filosofica creata da Filippo Buonarroti, posta a dirigere tutte le rivoluzioni carbonare o paracarbonare. Il segreto stesso della Carboneria è racchiuso in questa costruzione che esalta l’energia rinnovabile del sole e il ritorno dell’Umanità ad una dimensione armonica con la Natura, una dimensione “rurale” contrapposta a quella “urbana” affermata dall’industrialesimo capitalista della prima rivoluzione industriale, nella quale economia ed ecologia, combinate insieme, potessero generare un paradiso terrestre per l’umanità, animato dall’idea Comunista, presupposto per la distruzione delle idee capitaliste e di una scienza perversamente indirizzata alla manipolazione del mondo al fine di produrre il massimo lucro e un invincibile potere per i pochi, che un sistema basato sulla violenza e sull’ingiustizia hanno posto al governo dei popoli.
Chi continua a portare avanti la favola brutta del Vaccà Berlinghieri maniacalmente coinvolto nel progetto di creare la vita artificiale, non conosce il profondo rispetto per l’Opera prodotta dal Grande Architetto dell’Universo e delle leggi che la regolano prima di tutto quella della nascita, crescita, decadenza e morte e trasformazione di tutti i suoi elementi fisici. Si rilegga bene il Frankenstein!
Un libro che contiene il monito a non mettere mano a ciò che Dio a creato; le conseguenze del tentativo dell’uomo di modificare questo sistema, afferma la Shelley sono catastrofiche, producono male per colui che ha operato in tal senso, male per tutta la sua famiglia, male per tutti gli altri esseri umani. Questo il monito che scaturisce da una idea “carbonara” ha oggi una grande attualità e si riflette nei messaggi accorati anche del capo della Chiesa Cattolica papa Francesco e di tutti i rappresentanti delle Chiese del mondo.

Categoria: Rivista n° 8 01/2020 | RSS 2.0

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