Agostino Agostini, Henry De Santis, “Archeoastronomia nella Villa di Corliano”


Agostino Agostini, Henry De Santis

“Archeoastronomia nella Villa di Corliano”

La villa di Corliano venne costruita tra il 1536 ed il 1593 dalla famiglia dei Della Seta come sede dell’Accademia degli Svegliati e fu in precedenza una villa della gens Venuleia, duoviri della colonia Alfea (Pisa), praetor Etruriae e magister della confraternita sacerdotale degli Arvali .
È attraversata, al tramonto equinoziale, dai raggi del sole che, dopo una “danza luminosa” sugli affreschi astrologici cinquecenteschi nel salone dei balli, si vanno a spegnere sul coffee-house settecentesco costruito nel belvedere.


Fig.1 – l’attuale aspetto della Villa di Corliano

La villa e la scoperta del fenomeno luminoso (A. Agostini)
Le scoperte avvengono qualche volta casualmente e così è stato nel tardo pomeriggio del 21 marzo 2013 (equinozio di primavera, tre giorni al capodanno pisano) mentre mi trovavo in compagnia di numerosi ospiti ed alcuni amici nel salone dei balli della villa e stavo raccontando la storia di Corliano ed il simbolismo iconografico degli affreschi cinquecenteschi.
Improvvisamente i raggi del sole al tramonto incominciarono ad entrare dalle due finestre e dalla grande porta di ingresso sul parco, illuminando il pavimento del salone, riunendosi e dirigendosi velocemente verso il vestibolo di ingresso posteriore per poi oltrepassarlo ed uscire ad illuminare il Coffee-house nel Belvedere. Un amico mi fece notare che non poteva essere casuale: le finestre erano state progettate in modo da creare una luminosa “danza astronomica” nel salone dei balli e la villa era perfettamente trapassata al suo centro dagli ultimi raggi del sole al tramonto durante l’equinozio.
Quest’episodio ha segnato la mia curiosità per l’archeoastronomia e l’inizio di una ricerca sul simbolismo di questa “danza astronomica” luminosa che, ancora, non ha trovato una soluzione.
La Villa di Corliano non era mai stata studiata dal punto di vista archeoastronomico. I primi studi sul suo simbolismo iconografico risalgono al 2008 da parte di due studiose toscane: Elisa Forconi e Nadia Bastogi (Bastogi, 2008; Forconi, 2008).
Lo studio del simbolismo degli affreschi interni e dei graffiti esterni della villa, sede di accademie fin dal 1588, aprirebbe un nuovo percorso di ricerche che potrebbe dare un importante contributo alla comprensione del simbolismo iconografico neoplatonico cinquecentesco in essi presente.
Un primo studio, di tipo archeologico, dovrebbe ricercare eventuali motivi costruttivi volti ad ottenere il particolare orientamento geografico della villa. Un secondo studio dovrebbe invece dimostrare le eventuali relazioni tra il simbolismo dei mesi e dei segni zodiacali – presenti nell’iconografia degli affreschi del salone – e la danza luminosa dei raggi del sole al tramonto equinoziale.
Personalmente ho inizialmente ipotizzato che l’allineamento della luce, osservato all’equinozio di primavera, potesse sottolineare, enfatizzandolo, il concetto di fuoco primaverile.
Forse il principio dell’Accademia neoplatonica degli Svegliati (attestata già nel 1588 a Corliano): la luce che risorge “pareggiando” il buio dell’aristotelismo. L’ipotesi mi è sembrata in seguito debole perché l’edificio rinascimentale fu costruito su un precedente edificio di epoca romana.
L’edificio fu, infatti, costruito dalla gens etrusca dei Venuleii, che nel 92 d.C. realizzarono l’adiacente acquedotto di Caldaccoli e le Terme di Pisa (Ciampoltrini 1994).
In seguito la proprietà fu dei Pagano (detti Eburiaci da Vecchiano), dei Visconti di Gallura, dei banchieri fiorentini Spini e, solo dal 17 giugno 1536, dei mercanti pisani Della Seta.
Ho allora immaginato una relazione tra il neoplatonismo rinascimentale toscano e la filosofia mistica islamico-persiana di Gemisto Pletone. L’intero simbolismo iconografico dei segni zodiacali di Corliano è disposto secondo le teorie astronomiche/astrologiche di Marsilio Ficino, che fondò l’Accademia Fiorentina, culla culturale del Rinascimento toscano. La migliore arte italiana del ’500 risente fortemente dell’influenza neoplatonica toscana. Sarebbe però necessario un approfondimento archeoastronomico sulle influenze della filosofia mistica di Gemisto Pletone ed il neoplatonismo rinascimentale toscano che potrebbe aprire nuovi orizzonti, non solo sulla complessità di stratificazione culturale degli affreschi di Corliano, ma anche sulla ricchezza e fecondità di contatti culturali fra Islam e Occidente nel periodo del Rinascimento in Toscana.
Questa ipotesi avrebbe una curiosità simbolica: il percorso seguito dai raggi del sole al tramonto sarebbe – terra, fuoco, aria, acqua – che non coinciderebbe con quello classico della filosofia greca: fuoco, aria, terra, acqua.
Gli ultimi raggi del sole al tramonto, allineati perfettamente al cancello di ingresso del parco, passavano infatti in mezzo a due vasi in marmo, attualmente spostati nel belvedere, che erano utilizzati per accendere il fuoco ed illuminare l’ingresso frontale della villa e, attraversando rapidamente il salone dei balli, soprastante la cantina, fuoriescono dalla porta del vestibolo posteriore per andare ad illuminare il coffee-house, oltrepassandolo, per posarsi sulla “fonte del latte” (Figg. 3-4).


Fig. 3 – pianta del parco e Villa di Corliano, 1788


Fig. 4 – Il cofee-house dietro il quale si cela la “Fonte del Latte”

Si riportano infine qui di seguito alcune note ricevute da Renzo Baldini autore di “Astrologia Italica. Dal X al XVII secolo” (Baldini, 2016) fra i quali è presente anche Pietro Angeli da Barga, detto il Bargeo, che ha realizzato il simbolismo astrologico sia alla Villa di Corliano a Pisa sia a Villa Medici a Roma:
La sequenza (terra, fuoco, aria e acqua) da lei descritta è certamente giusta: dal parco (terra), ai due vasi utilizzati per il fuoco, passando per il salone dei balli (aria) fino a posarsi sulla “fonte del latte” (acqua). Tutto questo mi fa venire alla mente qualche pensiero che le butto lì senza nessuna pretesa di chissà cosa, ovvero che se tramonta il segno dell’Ariete allora sorge quello della Bilancia, segno di giustizia ma anche segno venusio, e Venere si lega all’arte e alla bellezza, all’amore e alla convivialità (tramonta “Marte” e sorge “Venere”, tramonta la guerra e sorge l’amore). Che dire poi della “fonte del latte” (o “del fico grosso”)? Il pittore fiorentino Boscoli era allievo di Santi di Tito, quel Santi che fra l’altro progettò una cappella a pianta ottagonale a Semifonte nel senese dove c’è una fonte chiamata “della Madonna del latte” le cui acque avrebbero, si diceva, proprietà galattagoghe. I due pittori, allievo e maestro, tutti e due che hanno a che fare con il “latte” e una “fonte”! La “fonte del latte” di Corliano, illuminata dal Sol arietino, “dimorerebbe” allora in Bilancia, o meglio, tra Vergine e Bilancia (così come il Sole è al confine tra Pesci e Ariete): la vergine che allatta, che dà il “Latte della Vergine”, nome, quest’ultimo, con il quale veniva indicata, pensi un po’, la Pietra Filosofale (o Anima Mundi). Latte che è simbolo di fecondità e che dà l’immortalità, come del resto è simbolo di fecondità e d’immortalità anche il fico (il lattice). La Luce (Sole, Ariete) che prima di morire (tramontare) dà il suo ultimo soffio divino e fa nascere la “luce interiore”, la “luce astrale”, la “luce divina”, la “luce di giustizia” (Bilancia). Pensieri, supposizioni. Chissà.

Astrologia e astronomia si confondevano fino al XVII secolo; anche Galileo Galilei (il padre Vincenzo era membro della Accademia degli Svegliati che teneva le sue tornate accademiche a Corliano con Pietro Angeli) si interessava di astrologia oltre che di astronomia.

Studio dell’orientamento astronomico dell’edificio (H. De Santis)
Le misure astronomiche dell’orientamento dell’edificio sono state effettuate dallo scrivente il 21 marzo 2018 (il giorno successivo all’equinozio primaverile) mediante l’utilizzo di un goniometro ottico Cipriani Baccani, con scala di lettura di 6400 gradi millesimali (°°), e lettura diretta di 1’. I successivi calcoli dell’azimut sono stati effettuati utilizzando il metodo JD ideato da Agostino Frosini (Codebò et alii, 2015).
In particolare, sono stati rilevati gli orientamenti sottesi dalla facciata della villa, distintamente per il lato Nord e Sud facendo poi la media matematica tra i risultati ottenuti. L’asse medio dell’edificio è stato calcolato in 96°10’⟺276°10’, quindi con una differenza di 6° rispetto alla linea equinoziale.
Tuttavia questo risultato non sorprende poiché i muri perimetrali esterni non sono perfettamente rettilinei, mentre la finestra centrale è stata concepita per sottendere sulla linea equinoziale E-W.
Allo scopo di verificare visivamente il fenomeno luminoso ed avere conferma di quanto calcolato, il medesimo giorno si è atteso il tramonto del sole (che avviene pressoché nella stessa posizione rispetto al giorno precedente).
Il disco solare ha iniziato ad essere visibile nel salone alle 18h 19m 32s, con azimut dell’astro di 269°18’07”, ha attraversato il centro della stanza alle 18h 22m 10s con un azimut di 269°46’32” (Fig. 5) ed è uscito alle 18h 26m 00s con azimut dell’astro di 270°25’20” per poi tramontare sulla piana prospiciente alle 18h 29m 30s (lembo inferiore).
Da quanto sopra esposto si rileva che l’orientamento del salone ricade sulla linea equinoziale pressoché perfettamente così come il retrostante coffee-house dove va a spegnersi l’ultima luce del sole (fig. 6).


Fig. 5 – Il sole equinoziale al tramonto
illumina l’interno del salone

Fig. 6 – I raggi del sole al tramonto
escono dal salone ed illuminano il
coffe-house e la Fonte del Latte
(entrambi fuori del campo fotografico)

Conclusioni
Ad oggi, pur essendo stato rilevato l’orientamento astronomico dell’edificio, non è ancora stato studiato a fondo il significato del fenomeno luminoso: questa breve relazione speriamo possa generare interesse in qualche studioso che potrebbe dare un importante contributo alla comprensione del simbolismo iconografico progettato da Pietro Angeli da Barga (detto il Bargeo) e presente sia negli affreschi interni sia nei graffiti esterni della villa.

Bibliografia

R. Baldini; Astrologia Italica. Dal X al XVII secolo. Pagnini Editore, Firenze, 2016.
N. Bastogi, Andrea Boscoli. Edifir, Firenze, 2008.
G. Ciampoltrin, Gli ozi dei Venulei. Considerazioni sulle Terme di Massaciuccoli. In “Prospettiva”, nr. 73-74, 1994, pp. 119-130.
M- Codebò, H. De Santis, A. Frosini, Metodo Nautico e JD in Archeoastronomia. In: Il cielo in terra ovvero della giusta distanza, Atti del XIV Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia, Padova University Press, novembre 2015, pp. 117-132.
E. Forconi, Evexit ad aethera virtus: cultura accademica e mitologia nella villa di Corliano ai Bagni di Pisa, Felici editore, Pisa, 2008.

Categoria: Rivista n° 7 01/2019 | RSS 2.0

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